Costruzione di una scuola a Bejofo

Costruzione di una scuola a Bejofo, con 6 aule, campo di basket, pozzo e cisterna per acqua, inaugurato il 16 novembre 2022, finanziata dall’imprenditore Riccardo Galentino in ricordo della moglie Teresa. Dopo giorni di viaggio, che scorrono dai finestrini dell’auto quasi fossero film-documentari di una bellezza disarmante, coi terrazzamenti di risaie che coprono montagne e colline, e che sembrano squame di pesci giganti, assieme a palmeti, frutteti, zebu al pascolo, tutto contribuisce ad alleggerire le distanze abissali (ogni spostamento richiede circa 10 ore di auto percorribili su improbabili strade dissestate) – il gruppo giunge a Bejofo, dopo l’inaugurazione della scuola a Tanandava, questa volta a nord est della capitale (Antananarivo). Qui, grazie al prezioso contributo dell’imprenditore Riccardo Galentino, scriviamo un’altra bella pagina per l’associazione “Insieme per l’Africa”.

Riccardo, costruttore di lungo corso, ha perso sua moglie Teresa diversi anni fa. Era stata proprio lei ad aver espresso il desiderio, quand’era in vita, di voler fare qualcosa per tutti quei bimbi africani: una scuola sarebbe stato un grande regalo per loro e nel contempo una bella azione frutto di quell’amore che così sarebbe rimasto scolpito eternamente nella memoria del popolo africano e non solo. Ecco che partono i lavori e, seppure a distanza, Riccardo li segue, dà suggerimenti per far sì che quella scuola si erga bella, solida e funzionale. La scuola svetta maestosa su due livelli, c’è il campo da basket, il pozzo e la cisterna per l’acqua. C’è anche un’area dedicata alla foresteria e un’annessa cucina. Le sei aule ospitano circa una trentina di alunni ciascuna.

Sono attrezzate con banchi e lavagne e sono persino addobbate con i lavori eseguiti dagli stessi alunni. A celebrare il giorno di festa si tiene una messa nella parrocchia vicina: c’è grande fermento di gente. Piccoli e grandi sono vestiti con l’abito della festa. Si canta a squarciagola e i cori gospel fanno accapponare la pelle. È tutto un rituale sapientemente incastrato in momenti che ci emozionano e ci disarmano. Le offerte portate sull’altare: riso, pane, acqua e prodotti di uso quotidiano serviranno alle famiglie più povere. Solo che facciamo fatica a distinguerle: dalla nostra comfort zone sembrano tutti avere bisogno di aiuto. C’è tanta dignità e c’è davvero tanto da imparare. Il Madagascar è un’enorme isola al largo della costa meridionale dell’Africa.

Un habitat naturale di migliaia di specie animali, come i lemuri. L’isola, assieme a tutta l’Africa, è stata oltraggiata e schiacciata in ogni modo, dalla Tratta ai giorni nostri, ma rimane fedele a se stessa. Invincibile. Non ci sarà mai un cinese, un russo o un francese che, per quanti affari continui a coltivare, riuscirà a farla sua. L’Africa è uno stile, è mille colori, è terra coltivabile che fa gola a tutti noi. Un giorno, forse non troppo lontano, avremo bisogno di quelle terre, di quell’oro verde di ineguagliabile importanza. Ma per farlo ci vuole metodo, non il “land grabbing” selvaggio, agli africani bisogna insegnare a non dipendere da niente e da nessuno. C’è bisogno di formazione, ecco perché siamo sempre più consapevoli che dobbiamo perseguire il nostro fine: costruire scuole che diventino luoghi sicuri in cui si contribuisce a rendere liberi tutti gli uomini e le donne africane.